di Salvo Barbagallo
Dal dizionario Treccani: “Ballon d’essai ‹balõ′ d esè› («pallone di prova»). – Palloncino che si lanciava in aria, prima dell’ascensione d’un pallone aerostatico, per saggiare la direzione del vento. In senso figurato, nel linguaggio politico e giornalistico, notizia di un fatto ancora in discussione o solo possibile, comunicata come certa per saggiare le reazioni dell’opinione pubblica”.
Dopo tante e tante giornate di polemiche, illazioni, presunzioni (eccetera) che hanno ravvivato in questa Estate anomala, e comunque torrida, le pagine della maggior parte dei quotidiani italiani, forse s’incomincia a riflettere sul vero significato della diffusione delle intercettazioni telefoniche (vere o presunte, poca importanza, a nostro avviso, ha) di personaggi primari della politica, del governo e delle istituzioni. Forse s’incominciano a dare interpretazioni razionali al grande bailamme (Dizionario Sabatini Coletti: “Bailamme [bai-làm-me] Baraonda, rumorosa confusione. Sec. XVIII) che apparentemente ha scosso i Palazzi dove si decide il destino del Paese e coloro che in questi Palazzi risiedono.
Much Ado About Nothing, Molto rumore per nulla, avrebbe detto William Shakespeare, che di certo all’epoca (1598/1599) in cui scrisse la famosa commedia ambientandola a Messina non avrebbe mai e poi mai potuto immaginare che secoli dopo all’altro capo dell’Isola, a Palermo, oppure al centro d’Italia, a Roma, si potessero verificare episodi degni di essere presentati su un palcoscenico, ma non come commedia dai temi amorosi e giocosi.
Il pm Nino Di Matteo in una intervista al sito Fanpage.it e riportato da “Huffington Post”, parlando del “caso Crocetta”, afferma che si tratta di uno “spunto per limitare le intercettazioni (…). So solo che, qualunque sia la verità, questa vicenda sarà usata per delegittimare lo strumento delle intercettazioni”. Il quotidiano on line “Huffington Post” scrive: “… Una stretta, insomma, per evitare casi sempre più innumerevoli di intercettazioni irrilevanti ai fini dell’inchiesta giudiziaria, ma che finiscono sui media, stabilendo da sole un vero e proprio processo mediatico ai danni di chi ci capita. Una stretta che cade dopo il caso Crocetta e anche dopo la pubblicazione delle intercettazioni delle conversazioni tra Renzi e il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi sulla ‘defenestrazione’ di Enrico Letta da Palazzo Chigi a gennaio 2014”.
Che l’intercettazione della ormai fin troppo nota telefonata fra Crocetta e Tutino esista è possibile, così come può essere sicuramente vero che non ci sia in alcun atto d’indagine delle Procure di tutta Italia. Perché è possibile che l’intercettazione esista mentre in nessuna Procura esiste? Ma via, è semplice (ipoteticamente, ma razionalmente parlando): perché probabilmente si tratta di intercettazione effettuata senza la dovuta autorizzazione e quindi non presentabile in qualunque atto d’indagine.
Ma il punto fondamentale – secondo la nostra opinione – è quello che ha sottolineato il pm Nino Di Matteo: il bailamme che si è determinato a seguito della pubblicazione di queste intercettazioni (vere o presunte che siano) costituisce uno “spunto per limitare le intercettazioni”. Non solo. Costituiscono, come i fatti stanno dimostrando, la leva principale per mettere un bavaglio a giornalisti e giornali d’inchiesta che non avranno più la possibilità di rendere pubbliche informazioni scomode. A riprova delle riflessioni di Nino Di Matteo, l’altro ieri notte, infatti, è stato approvato in Commissione Giustizia della Camera il ddl Penale che prevede “che chiunque diffonda, al fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate, è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. La punibilità è esclusa quando le riprese costituiscono prova nell’ambito di un procedimento dinnanzi all’autorità giudiziaria o siano utilizzate nell’ambito di esercizio del diritto di difesa”. Come pubblica il giornale Il Fatto Quotidiano, l’emendamento al ddl Penale porta “la firma di Alessandro Pagano, deputato del Nuovo centrodestra, il partito che ha oltre un terzo dei suoi componenti indagato o imputato in un processo…”. Il testo definitivo della normativa sulla pubblicazione delle intercettazioni: sarà in Aula già da lunedì prossimo.
Errato, dunque, ipotizzare che il gran clamore sollevato per gli avvenimenti Renzi-Adinolfi-Crocetta-eccetera sia stato solo il lancio di “Ballon d’essai, cioè il lancio di palloncini sparati in aria per saggiare la direzione del vento? Come dire, utili per capire l’aria che tira?